Archivio per dicembre 2008

Microprogetti di arredo urbano. Dichiarazioni al Sole 24 Ore

dicembre 18, 2008

 

I comuni rischiano di essere invasi da microprogetti riguardanti piazze, vie, marciapiedi, spazi a verde; che dovranno affrettarsi a stoppare (provando che sono contro l’interesse pubblico).

 Altrimenti le nostre città ed i nostri paesi si riempiranno di pedane, piattaforme, gazebi, pensiline, corrimani, “panettoni” e blocchi dissuasori, asfaltature di verde pubblico e di aiuole, steli ed “opere d’arte”, camminamenti, sovrappassi, cavalcavia e quant’altro.

 RIFLESSIONI di Assoedilizia per un  ripensamento sulla norma relativa ai microprogetti di interesse locale contenuta nel Decreto Legge anticrisi, attualmente in sede di conversione.

 Perplessità sull’introduzione del principio del silenzio-assenso

 Più difficoltosa la tutela dell’interesse pubblico in tema di ambiente, di decoro urbano, di fruibilità del suolo pubblico; nonché degli interessi legittimi dei residenti controinteressati.

 Passo indietro sul piano del federalismo: minore efficacia nella tutela dei beni non soggetti a  vincoli di istituzioni gerarchiche superiori (ad esempio dello Stato).

 Così il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:

 “D’ora in poi occorrerà guardarsi, oltre che dai writers, anche dai sedicenti “artisti” del luogo pubblico.
 L’art. 23 del Decreto Legge del 28 novembre scorso (attualmente in sede di conversione) prevede che gruppi organizzati, in modo non meglio definito,di cittadini possano presentare proposte operative (microprogetti) per interventi di interesse locale o di arredo urbano,  sul suolo pubblico o su beni pubblici.
L’ente locale può collaborare. In caso di mancata opposizione da parte di quest’ultimo(quando non si tratti di beni particolarmente protetti per i quali necessita l’autorizzazione preventiva) si forma il silenzio-assenso; decorsi 60 giorni dalla domanda.
Nei grandi Comuni, dove già è difficile star dietro alle DIA (che marciano con il silenzio-assenso) immaginiamo quanti microprogetti riusciranno a sgattaiolare dalle maglie dei controlli.  
Le opere sono finanziate in parte dalla collettività, attraverso il meccanismo dei crediti d’imposta. 
La norma, per come è concepita, presenta il difetto di rendere più complicata all’ente Comune la tutela  dell’interesse pubblico, sul piano,non solo della fruizione del bene pubblico (non protetto da vincoli puntuali gerarchicamente superiori), ma anche del decoro  e dell’ordine  dell’ambiente urbano.
Il principio del silenzio-assenso, che trova la sua ragione nell’azione del privato riguardante un bene proprio, in virtù dello jus aedificandi, non può giustificarsi quando si tratti di intervenire  sul bene pubblico. Ciò in quanto viene invertito l’onere della prova dell’interesse e dell’utilità pubblici dell’opera; scaricando di fatto sull’ente locale l’onere di bloccare l’opera stessa provando il contrasto con l’interesse pubblico, cioè  la sua disutilità pubblica. Prova ardua quando la si sposta fuori dai confini della discrezionalità amministrativa nel campo degli interessi legittimi-diritti affievoliti; il che avviene introducendo il meccanismo del silenzio-assenso.
Anche la tutela degli interessi legittimi dei residenti controinteressati diviene più difficoltosa in quanto (una volta indebolita o neutralizzata la mediazione valutativa preliminare del Comune) resta al privato l’onere di contrastare l’azione di soggetti, che possono esser anche non qualificati rispetto agli interessi locali;  non tenuti a garanzie; e costituibili anche in forme generiche e non si sa quanto responsabili.
Il rischio è quello di pretermettere gli interessi dei residenti,in nome dell’ efficientismo, nonché di creare occasioni di ulteriore disordine o disdoro urbano; costringendo i Comuni a rincorrere ed eventualmente stoppare le iniziative private più disparate.
I
mmaginiamo solo il problema che sarà creato dai “sedicenti artisti” che pretenderanno di  collocare nei luoghi pubblici i propri “capolavori”.”

 

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“Progetti di gruppo per rilanciare il decoro urbano”- articolo pubblicato su Il Sole 24 del 18.12.2008

dicembre 18, 2008

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Moschea. Le nuove chiese nel nostro ordinamento

dicembre 10, 2008

A proposito dei luoghi di culto islamici.

Dichiarazione del presidente Achille Colombo Clerici:
 ”Riteniamo utile chiarire all’opinione pubblica italiana in quali termini sono regolati dalle legge i rapporti tra comunità di fedeli da un lato, e Stato ed enti pubblici territoriali dall’altro, riguardo al problema della erezione delle nuove chiese.
 Il rapporto trova la sua disciplina nel Concordato del 1984 il quale, per un verso ha trasferito alle Regioni la competenza per l’edilizia di culto, e per altro verso ha istituito il contributo dell’ 8 per mille, nel quale si inquadra anche il finanziamento delle nuove costruzioni di chiese.
Le regioni, per parte loro, hanno delegato i Comuni a sostenere l’edilizia di culto con l’ 8 per cento degli introiti delle urbanizzazioni secondarie; destinato, a giudizio di ogni singolo Comune, ad interventi relativi al restauro, alla conservazione ed alla edificazione di luoghi per il culto e la preghiera.
Ogni anno, dunque, la Giunta Municipale esamina e valuta le diverse richieste provenienti dai gruppi religiosi appartenenti alle confessioni riconosciute dallo stato e che a loro volta riconoscono lo Stato Italiano.
Occorre dire che la Città di Milano, quanto meno da venticinque anni a questa parte, non ha mai concorso, né in tutto, né in parte, al finanziamento di nuove chiese.
L
o stesso contributo derivante dall’introito dell’ 8% degli oneri urbanizzativi è sempre stato assegnato per restauri e mai per nuove chiese.
Le aree pubbliche sono assegnate, su istanza delle comunità religiose, in base alla consistenza numerica ed alla forza organizzativa (che chiaramente debbono esprimersi in un ente riconosciuto ufficialmente dal nostro ordinamento), in diritto di superficie della durata di 99 anni.
Le aree private necessitano di apposita variante urbanistica che permetta la destinazione specifica.
Sussiste dunque, alla base di tutta la questione, un problema di riconoscimento e di legittimazione: quale confessione, quale ente, chi lo decide?
Non basta dunque la spontanea richiesta di un gruppo di fedeli per legittimare la richiesta dell’ erezione di un luogo di culto.
 Occorre anche una organizzazione che trovi a sua volta la legittimazione all’interno della confessione, pur essa riconosciuta dal nostro ordinamento.”

 

Rassegna stampa sul Convegno Assoedilizia del 26.11.2008: “Piccioni, problema e soluzioni”

dicembre 4, 2008

Il Giorno 26.11.2008

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Cronaca Qui 27.11.2008

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DNews 27.11.2008

dnews-27112008

Il Giornale 27.11.2008

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il-giornale-27112008_pagina_21

Leggo 27.11.2008

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Libero 27.11.2008

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Metro 27.11.2008

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City 27.11.2008

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E-Polis 27.11.2008

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Libertà 27.11.2008

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Tgcom 27.11.2008

tgcom-27112008

Siti su Assoedilizia e piccioni:

La Zampa 27.11.2008: Assoedilizia vuole la licenza di uccidere i piccioni

http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=852&ID_sezione=339&sezione=News

 

02blog.it 27.11.2008: “Piccioni, problema e soluzioni”: atti del Convegno di Assoedilizia

http://www.02blog.it/post/3896/%E2%80%9Cpiccioni-problema-e-soluzioni%E2%80%9D-atti-del-convegno-di-assoedilizia

 

Truveo.com 26.11.2008: Piccioni, le strategie per combatterli

http://www.truveo.com/Piccioni-le-strategie-per-combatterli/id/359621498

 

Truveo.com 26.11.2008: Attenzione, state in guardia dai piccioni

http://www.truveo.com/Attenzione-state-in-guardia-dai-piccioni/id/2305843010225464096

 

Tgcom 27.11.2008:  I piccioni fanno male. uccidiamoli

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo434336.shtml

 

Ansa.it 26.11.2008: Animali: Assoedilizia, sporcano in città, si spari ai piccioni

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20081126193634776893.html

 

Piccioni no problem.blogspot.com 27.11.2008: Proposta shock fatta dalla Assoedilizia milanese – I piccioni fanno male: uccidiamoli

http://piccioninoproblem.blogspot.com/2008/11/proposta-shock-fatta-dalla-assoedilizia.html

 

CronacaQui.it 27.11.2008: Assoedilizia: “Ora sparate ai piccioni”

http://www.cronacaqui.it/news/apri/15745

 

Cacciaweb.net 27.11.2008: Assoedilizia: si spari ai piccioni

http://66.102.9.132/search?q=cache:LOnYVARphkwJ:www.cacciaweb.net/joomla/index2.php%3Foption%3Dcom_content%26do_pdf%3D1%26id%3D376+assoedilizia%2Bpiccioni&hl=it&ct=clnk&cd=15&gl=it

 

Citycorriere.it 27.11.2008: Piccioni in città, ripulire costa 5 milioni all’anno

http://city.corriere.it/2008/11/27/milano/prima-cronaca/piccioni-citta-ripulire-costa-5-milioni-all-anno-10268044540.shtml

 

Sivemp.it 28.11.2008: Igiene urbana. Assoedilizia: spariamo ai piccioni

http://www.sivemp.it/index.php?a=rassegna&prid=344#rass_id_1978

 

Radio Lombardia 27.11.2008: Colombo spara ai colombi

http://www.radiolombardia.it/rl/newsl.do?id=29673

 

Notizie.alice.it 25.11.2008: Piccionaia metropolitana, nei cieli si librano le colombe sporcaccione

http://notizie.alice.it/cronaca/tiro_al_piccione.html

 

Libero-news.it 27.11.2008: Arrivano le Torri scaccia-piccioni

http://www.libero-news.it/articles/view/408144

 

Il Giornale 27.11.2008: Sfratto ai piccioni: alla città costano 5 milioni l’anno

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=309392&PRINT=S

 

 

Microprogetti arredo urbano: Silenzio-assenso

dicembre 3, 2008

Decreto legge anti-crisi

Microprogetti di interesse locale.
Perplessità di Assoedilizia sul silenzio-assenso

A rischio la tutela degli interessi pubblici in tema di ambiente, di decoro
urbano, di fruibilità del suolo pubblico; nonché degli interessi legittimi
dei residenti controinteressati.
Passo indietro sul percorso del federalismo.

Efficace la detassazione degli interventi

Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:
“L’art. 23 del D.L. del 28 novembre scorso prevede che gruppi organizzati, in modo non meglio definito, di cittadini possano presentare proposte operative (microprogetti) per interventi di interesse locale o di arredo urbano, sul suolo publico o su beni pubblici.
L’ente locale può collaborare. In caso di mancata opposizione da parte di quest’ultimo (quando non si tratti di beni particolarmente protetti) si forma il silenzio-assenso, decorsi 60 giorni dalla domanda, e le opere sono finanziate in parte dalla collettività.
La norma, per come è concepita presenta il difetto di rendere più complicata all’ente Comune la tutela dell’interesse pubblico, sul piano, non solo della fruizione del bene pubblico (non protetto da vincoli puntuali), ma anche del decoro e dell’ordine dell’ambiente urbano.
Il principio del silenzio-assenso, che trova la sua ragione nell’agire del privato su un bene proprio in virtù dello jus aedificandi, non può giustificarsi quando si tratti di intervenire sul bene pubblico. Ciò in quanto viene invertito l’onere della prova dell’utilità pubblica dell’opera; scaricando di fatto sull’ente locale l’onere di bloccare l’opera stessa provando il contrasto con l’interesse pubblico, cioè la sua disutilità pubblica.
Anche la tutela degli interessi legittimi dei residenti contro interessati diviene più difficoltosa in quanto (una volta indebolita o neutralizzata la mediazione valutativa preliminare del Comune) resta al privato l’onere di contrastare l’azione di soggetti, che possono esser anche non qualificati rispetto agli interessi locali, non tenuti a garanzie, e costituibili anche in forme generiche e poco responsabili.
Il rischio è quello di pretermettere gli interessi dei residenti,in nome dell’ efficientismo, nonché di creare occasioni di ulteriore disordine o disdoro urbano; costringendo i Comuni a ” rincorrere ” le iniziative private più disparate.”

www.assoedilizia.com