Archivio per agosto 2015

Svizzera Marignano Battaglia, – Cerimonia Celebrativa Cinquecentenario, 13 Settembre 2015

agosto 28, 2015

Istituto Europa Asia – EUROPASIA – Europe Asia Institute

Il 13 settembre commemorazione del 500° anniversario dell’evento di Marignano (oggi Melegnano)

LA BATTAGLIA DEI GIGANTI, SVOLTA NELLA STORIA DELLA SVIZZERA

Cinquecento anni fa, il 13-14 settembre 1515, un’armata francese e una svizzera si battevano nella piana di Marignano (oggi Melegnano), precisamente a Zivido di San Giuliano Milanese. L’esercito di Francesco I di Valois-Angoulême, re di Francia, tentava la riconquista del Ducato milanese, perduto dal suo predecessore Luigi XII nel 1512; e quello della Confederazione elvetica tentava di difendere la supremazia ottenuta nello stesso 1512 in Lombardia, restaurando sul trono il duca nominale, Ercole Massimiliano Maria Sforza, figlio ed erede di Ludovico Maria il “Moro”. Al termine di due giornate di scontri sanguinosi, restavano sul campo 6.000 caduti francesi e 10.000 svizzeri.

La conseguenza più profonda di Marignano sulla Confederazione va individuata   nella prassi di guardinga diffidenza verso il continente, dilaniato da conflitti incessanti, che si è tradotta nella famosa “neutralità svizzera”. E se Marignano ha un valore simbolico, questo sta nell’avere marcato lo spartiacque fra l’età di consolidamento della Confederazione e quella di assestamento della compagine elvetica nel concerto europeo.
La Fondazione “Pro Marignano”, con sede in Svizzera, ha organizzato per domenica 13 settembre 2015 la commemorazione della “battaglia dei Giganti”, come l’aveva definita Gian Giacomo Trivulzio, al “Parco dei Giganti”, a San Giuliano Milanese, nella frazione di Zivido.
La cerimonia vedrà la partecipazione del Presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga che terrà il discorso principale. Si avrà pure un’analisi storica di Jürg Stüssi-Lauterburg, della Biblioteca militare federale “am Guisanplatz”.
Il programma, coordinato da Franco Valli, prevede una rievocazione storica della battaglia per voce recitante e orchestra di fiati proposta dall’Unione Filarmonica di San Pietro di Stabio, oltre a intermezzi dell’Ensemble e dell’Orchestra di archi del Conservatorio della Svizzera Italiana. Questa parte ufficiale è completata da un programma supplementare che si concluderà con un culto ecumenico alle ore 17.30 nella Chiesa parrocchiale di Zivido, in vicinanza del monumento “Ex Clade Salus” e al “Parco dei Giganti”. Alla funzione ecumenica parteciperanno anche il vicario generale dell’Arcidiocesi ambrosiana, monsignor Mario Delpini, e molti rappresentanti delle confessioni cristiane.

Per la rievocazione, il capo Dipartimento cultura della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, Diana Segantini, ha promosso a sua volta la docufiction “Il cielo di Marignano”, del regista Ruben Rossello, prodotta da Luca Jäggli, che verrà presentata in anteprima, ad inviti, al Centro Svizzero di Milano, in presenza di autorità e del cast degli attori, in contemporanea con la presentazione del libro fotografico “Il cielo di Marignano”, edito da SEB Società Editrice di Chiasso.

La Fondazione Pro Marignano si è mossa con un anticipo di tre anni, come ha affermato il capo progetto Fulcieri Kistler. E’ stata promossa un’intensa attività storiografica, con due importanti simposi di studiosi e storici a Bellinzona e a Milano. La Posta Svizzera ha emesso un francobollo speciale su Marignano. E il Museo nazionale Svizzero di Zurigo ha allestito una mostra speciale. La Fondazione Pro Marignano ha provveduto al restauro dell’Ossario dei caduti a Mezzano, assai danneggiato nel 2012, e a un’accurata manutenzione del monumento “Ex Clade Salus” a Zivido.

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Esenzione Tasi – Commento di A. Colombo Clerici alle dichiarazioni di Susanna Camusso riportate nell’intervista al Corriere della Sera del 24 agosto scorso

agosto 25, 2015

A s s o e d i l i z i a

Il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici commenta l’intervista al segretario generale della Cgil Susanna Camusso pubblicata Sul Corriere, oggi lunedì 24 agosto 2015.

“Non confondiamo l’esenzione dalla Tasi della prima casa con il tanto auspicato alleggerimento del carico fiscale sugli immobili.

La prima non ha niente a che fare con quell’ alleggerimento dell’imposizione fiscale del quale il settore immobiliare ha un ineludibile bisogno per potersi riprendere sul piano economico-produttivo.

Si tratta infatti di una misura fiscale di natura personale e non reale (non è destinata cioè all’ immobile ed al settore immobiliare nel suo complesso) volta a non far pagare ad una categoria di cittadini i servizi comunali di cui godono.

L’esenzione dalla tasi equivale insomma ad un qualunque altro bonus.

Anzi, il rischio è proprio che la sua introduzione comporti un ulteriore aggravio fiscale a carico degli immobili che fanno mercato (cioè le “seconde case” e gli immobili commerciali) con un ulteriore gravissimo effetto depressivo. Ricordiamo inoltre che nelle “seconde case” sono compresi gli alloggi dati in locazione i quali vengono equiparati, ai fini della tassazione, alle ville e agli appartamenti al mare e ai monti utilizzati per le vacanze. Realtà che i più – dal legislatore ai mezzi di comunicazione – sembrano ignorare.

Cerchiamo una volta per tutte di uscire da questo equivoco in cui molti si dibattono, a cominciare dai nostri governanti.”

Presidente Venezia maggio 2015 3

Giorno QN del 22 agosto 2015 “Il Macigno delle Tasse” A. Colombo Clerici

agosto 24, 2015

L’economista Mauro Marè dell’Università della Tuscia, in un articolo, pubblicato da un importante quotidiano, relativo alla riforma del sistema tributario afferma che “si tassa poco il patrimonio, la proprietà e i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente” auspicando, in particolare, di “riflettere bene sulla necessità di esentare di più la proprietà immobiliare; essa è tassata all’estero molto più che nel nostro Paese”. Qualche giorno prima lo stesso quotidiano titolava, in contrapposizione a questa tesi, “Casa, Bancomat del fisco”.

Il prof. Marè sembra ignorare che sulla casa grava oggi un macigno di circa 45 miliardi, cui si aggiungono 8 miliardi di tassa sui rifiuti. Prendendo in considerazione soltanto le tasse “dirette” sulla casa, esse risultano pari al 2,9% del Pil, e collocano l’Italia al quarto posto, per l’entità dell’onere, nella classifica tra i 29 Paesi dell’Unione Europea. E sembra ignorare che la tassa sull’immobile provoca un effetto recessivo, per la misura del prelievo, e soprattutto perché aumenta la sfiducia e il senso di insicurezza dei cittadini. Controprova è il calo del valore degli immobili privati in Italia coinciso con l’aumento della tassazione, passato da circa 8.000 miliardi a circa 6.000. Duemila miliardi di perdita, più del prodotto lordo annuo, per racimolare poche decine di miliardi di nuovi introiti.

I settori dell’economia non sono comparti a sé stanti ma sono tra loro strettamente collegati. Il settore immobiliare, dove confluisce gran parte del risparmio degli italiani, sia famiglie sia aziende, è la riserva di risorse dove attingere quando “le vacche sono magre” (e lo sono in modo rilevante dal 2008 fino ad oggi). Se si continua a colpire duramente col prelievo fiscale questo settore, cioè il risparmio, si colpiscono i consumi (famiglie) e si incrementa il numero delle aziende che chiudono non avendo sufficienti “riserve” per superare la crisi. Ciò, anche senza considerare l’enorme indotto industriale (imprese edili e complementari, industria dei materiali, ecc.) che il settore immobiliare trascina ed alimenta. Le risorse prelevate dal settore immobiliare si traducono immediatamente in minori commesse per l’indotto, minori consumi e in definitiva minore occupazione.

Ambrosetti 2014 foto presidente

Art Masters 2015 – Sankt Moritz Festival dell’ Arte

agosto 21, 2015

Istituto Europa Asia IEA
EUROPASIA
Europe Asia Institute
e
A s s o e d i l i z i a
Property Owners’ Association Italy

Redazione

Da oggi venerdì fino a domenica festival d’arte e cultura a St. Moritz e in Engadina

NELL’ ANNO DI EXPO OMAGGIO ALL’ITALIA

Colombo Clerici: “E’ un motivo di orgoglio per noi italiani che abbiamo adottato questa località alpina tra le più belle e ospitali del mondo”

La Fondazione St. Moritz Art Masters ideata dal milanese Monty Shadow, come ogni anno, offre ad artisti contemporanei nazionali e internazionali la possibilità di essere ammirati dal pubblico attraverso un grande Festival d’arte e cultura. Per l’VIII edizione del 2015, dal 21 al 30 agosto, è l’Italia ad essere celebrata durante i dieci giorni di manifestazione. Non a caso, nell’anno di Expo, l’attenzione si pone proprio sul Bel Paese, in un momento cruciale per il suo rilancio economico e sociale.

Una serie di mostre, workshop, incontri e tanto altro offrono al visitatore un viaggio di scoperta sul ruolo fondamentale che l’Italia ha avuto nel corso del XX secolo nell’ambito culturale europeo e mondiale, soffermandosi in particolare sulla forte influenza che hanno esercitato artisti come Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Giacomo Balla, Mimmo Rotella, Alberto Burri. Sculture di Pomodoro, Augusto Perez e Giacomo Manzù sono esposte nell’area pedonale di St. Moritz, che diventa un temporaneo museo a cielo aperto.

St. Moritz Art Masters 2015 è un’occasione unica per passare in rassegna il meglio della produzione italiana novecentesca dal punto di vista artistico, includendo anche la moda, il cinema e la fotografia. Ma è anche l’ideale luogo di incontro fra gli artisti emergenti, che hanno la possibilità di confrontarsi e di presentarsi in questa importante “vetrina d’arte”.

“E’ motivo di orgoglio per noi italiani che abbiamo adottato una delle più belle e ospitali località del mondo –  afferma Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia-Europasia – depositandovi il segno della milanesità, vedere così degnamente riconosciuta la nostra cultura. Punto di forza ineguagliabile del nostro Paese e ponte di amicizia e di conoscenza con altre culture d‘Europa e del mondo”.

Foto: Achille Colombo Clerici in piazza San Mauritius con a fianco una scultura di Arnaldo Pomodoro

Sankt Moritz-20150820

 

Ferragosto 2015 Città italiane, presenze abitanti – Turismo, vacanze estive

agosto 13, 2015

Istituto Europa Asia IEA
EUROPASIA
Europe Asia Institute
e
ASSOEDILIZIA – Property Owners’ Association Milan Italy
e
CESCAT-Centro Studi Casa Ambiente Territorio

 

Europasia con Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia stima quanti abitanti rimarranno nelle grandi città a metà mese, cui vanno aggiunti i turisti

FERRAGOSTO 2015, MAI CITTA’ COSI’ AFFOLLATE DA RESIDENTI E TURISTI

Il numero medio degli abitanti presenti nei giorni di Ferragosto nelle maggiori città. Nel resto del mese le presenze registrano valori nettamente superiori.

Milano  680.000
Torino  510.000
Genova*  365.000
Conurbazione VR-VI-PD  300.000
Bologna  200.000
Firenze  210.000
Roma*  1.700.000
Napoli*  830.000
Bari*  200.000
Palermo*  570.000

Nelle città segnate con asterisco, marittime o prossime al mare, si registra un forte pendolarismo giornaliero: per cui, ad esempio, ad una Roma deserta durante i giorni di Ferragosto si contrapporrà una città più popolata alla sera. Il fenomeno si registra anche nelle altre città, ma in misura minore. Al numero dei residenti si aggiunge quello dei turisti, soprattutto stranieri, in costante aumento.

Un cenno particolare merita Milano che sta ospitando Expo e che vede gli alberghi occupati per il 90%, un record.  Ma gli esercenti lamentano una scarsa ricaduta, eccezion fatta per le vie dello shopping e le zone attorno ai grandi monumenti, dei visitatori dell’Esposizione universale.

In Italia il 2015 registra il record di presenza in città dagli anni ’60, inizio delle vacanze di massa, che però si concentravano in agosto per la chiusura contemporanea delle grandi fabbriche. Si conferma così un trend in corso da tempo, che vede le grandi città, soprattutto del Nord – cui il CESCAT ha aggiunto la conurbazione Verona-Vicenza-Padova – allinearsi rapidamente alle consuetudini agostane delle metropoli europee.  Il turista italiano ha imparato a suddividere le vacanze in più periodi, riducendo progressivamente la partenza in agosto, mese che resta comunque “delle vacanze” per eccellenza, come confermano gli ingorghi sulle autostrade e gli assalti a stazioni ferroviarie e aeroporti.

La notevole presenza nelle città ha indotto le amministrazioni comunali ad organizzare una serie di intrattenimenti che, assieme a numerosi esercizi pubblici aperti anche nelle periferie, rende quasi normale vivere in città anche a metà agosto.

Presidente Venezia Excelsior

Piazza Duomo Milano – Verde? – Assoedilizia

agosto 12, 2015

A s s o e d i l i z i a

Il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici

PIU’ VERDE IN CITTA’? CON RAZIOCINIO, E CON RISPETTO DEI LUOGHI STORICI: NON SI TOCCHI PIAZZA DUOMO

Alberi e aiuole nel luogo collettivo che più appartiene alla storia ed alla coscienza dei milanesi sarebbe al tempo stesso una “occupazione” forzata della identità ed una banalizzazione

Si chiamino “raggi verdi” – percorsi alberati dalla periferia al centro cittadino – oppure metro bosco – un parco-cintura tutt’attorno a Milano – ben vengano i progetti per portare più verde a Milano che comunque è la seconda grande città d’Italia, dopo Torino, nel rapporto mq di verde-abitanti. Ma non si tocchi piazza Duomo.

Monumentalità, austerità, sobrietà, e vastità dello spazio libero: i tratti dello stile di una delle piazze storiche italiane, nella quale l’elemento arboreo è un corpo estraneo.

Se guardiamo ai vari tentativi nel corso degli anni di “firmare” la nostra piazza cittadina (una vera smania da parte dei vari progettisti) viene spontaneo dire che Piazza Duomo non è uno spazio libero da occupare, magari con tendoni, bancarelle di ogni genere – ricordiamo le risottate, le fiere, i mercati, le esposizioni, le piste di pattinaggio, i palchi per le esibizioni canore, le kermesses degli anni scorsi? – oppure con boschetti e colture arboree varie: ma è uno spazio da lasciar vuoto, in tutta la sua vastità e monumentalità storica.

Un grande spazio libero, dove i viandanti si soffermano rispettosi del luogo, ammirati della stupenda immagine del Duomo dalle vetrate illuminate e dalle guglie che svettano al cielo, come braccia ideali protese verso l’alto.

La realtà che abbiamo sotto gli occhi, frutto di una secolare calibratura del rapporto tra città e cattedrale, da non guastare con progetti snaturanti lo stile e lo spirito del luogo, quale quello di trasformare lo spazio della piazza in una parvenza naturalistica di bosco o di orto, deve far riflettere.
Perché non mettiamo gli alberi in piazza del Palio a Siena o in piazza della Signoria a Firenze? Forse un po’ di verde starebbe bene anche in piazza San Pietro a Roma…

E comunque va tenuto presente che immettere forzatamente la vegetazione in determinati luoghi urbani consolidati può dar luogo – a seguito dello sviluppo della vegetazione stessa – a seri problemi di gestione delle infrastrutture e delle strutture preesistenti. Tener a bada la crescita del verde non è cosa da poco: lo stato di fognature e tombini ne è già una prova.

foto presidente Chiavari

Esodo Estivo, Turismo – Secondo Week End Agosto 2015 – 12 milioni di turisti in viaggio

agosto 7, 2015

Istituto Europa Asia IEA
EUROPASIA
Europe Asia Institute
e
A s s o e d i l i z i a
e
Cescat – Centro studi casa Ambiente territorio

Questo week end i giorni di maggiore movimento turistico dell’anno

DA OGGI VENERDI’ A LUNEDI IN VIAGGIO 12 MILIONI DI ITALIANI

Ormai acquisito il risultato positivo della stagione 2015, ma c’è molto ritardo da recuperare

Da oggi venerdì a domenica, contrassegnata da perturbazioni, Europasia e il Cescat-Centro studi casa ambiente territorio di Assoedilizia stimano il maggior movimento turistico dell’anno con sabato 8 il giorno di maggior traffico stradale e autostradale; oltre 12 milioni i turisti in viaggio per o dalle vacanze.

Saranno in totale 33 milioni i turisti estivi italiani 2015, una cifra che segna più 1% rispetto al 2014; gli stranieri – quasi la metà delle presenze totali – fanno ancora meglio, più 2%, facendo sì che l’Italia, che si colloca al terzo posto nella classifica europea se si considerano i dati annuali, nei quattro mesi estivi conquisti il primato.

Se quest’anno rappresenta la svolta dopo sette anni consecutivi di crisi, meno consistente è il capitolo incremento delle spese, che non si discostano molto rispetto a quelle del 2014, con un impiego medio di 870 euro a persona (prima della crisi era di oltre 1.000 euro e bisogna calcolare anche l’inflazione). La controprova è data dal fatto che gli alberghi, i quali mantengono il primo posto tra le strutture ricettive ospitando oltre un terzo dei turisti, sono insidiati dalle case vacanze e dai residences (25%, in notevole aumento). Il perché è semplice: queste strutture consentono di prepararsi il cibo risparmiando trattorie e ristoranti.

La tipologia delle scelte. Per quanto settore maturo, il mare continua ad essere il preferito da oltre la metà dei vacanzieri estivi. In calo tutte le altre destinazioni, eccezion fatta per le città d’arte – 18% – dove è sempre più consistente la presenza degli stranieri.

Le mete preferite. In Italia la Puglia continua ad attirare il maggior numero (18%), seguita da Sicilia, Toscana, Emilia Romagna e Sardegna. Nella classifica delle mete estere, la Croazia strappa il primo posto alla Spagna, seguita da Francia e Grecia. Le recenti vicende di questo Paese hanno inciso negativamente sull’afflusso solo per pochissimi punti percentuali; al primo posto i turisti tedeschi. Gli italiani hanno risposto in massa, più 30% rispetto allo scorso anno. Inoltre la Grecia registra un autentico boom nell’acquisto di case vacanza.  Località e tipologia di residenza vengono scelte via internet ormai da quasi la metà dei turisti.

Le previsioni sull’andamento complessivo della stagione turistica in Italia si basano ormai su dati reali oltreché su proiezioni calibrate sugli anni passati. Con qualche apparente sorpresa. Se è vero che Puglia e Sicilia sono ai primi posti per afflusso, è altrettanto vero che il Meridione in generale – pur esprimendo per bellezze naturali, patrimonio culturale ed enogastronomia valori nettamente superiori a quello di altre regioni europee – resta ben lontano dal loro pieno utilizzo. Così come il Paese nel suo complesso cresce turisticamente ad una velocità inferiore alla media europea.

Restano pertanto sempre valide le considerazioni del presidente di Europasia e di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “Purtroppo, nel nostro Paese assistiamo ad un insufficiente utilizzo delle potenzialità di questo comparto economico. Scontiamo l’incapacità pubblica, in sede locale e nazionale, di portare a sistema il ricchissimo asset del patrimonio turistico, nonché gli effetti di una miope politica centrale di promozione nell’ambito internazionale. E la inadeguatezza dei privati: prezzi alti, servizio spesso non all’altezza delle esegenze del turista; carenza di una cultura dell’ospitalità; frammentazione dell’industria turistica; assenza di grandi tour operators; una dotazione alberghiera che risponde solo in parte alle richieste di una clientela media in continuo aumento.

“Se l’Italia vuole mantenere e migliorare la propria posizione internazionale in campo turistico, scesa dal 1970 dal primo al quinto posto nella classifica mondiale, occorre un deciso cambiamento di strategia, a cominciare da incentivi pubblici, come hanno già fatto i governi di Francia, Spagna, Grecia, Croazia. Seguono, l’integrazione della politica per il turismo con quelle dei trasporti, dei beni culturali e dell’ambiente: nonché un coordinamento unico che superi la frammentazione di competenze tra Regioni e la miriade di strutture di promozione locale.”

  Presidente Venezia maggio 2015 3

Fisco Immobili – Imposte Locali: Relazione annuale del Consiglio Stato – Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici – Agosto 2015

agosto 5, 2015

      A s s o e d i l i z i a
Property Owners’ Association Italy

Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:

“A quali conclusioni conduce il rilievo della Corte dei Conti nella sua relazione sulla finanza locale, secondo il quale la tassazione in sede locale è aumentata in questi anni sino “ai limiti della compatibilità con le capacità locali”?
La conclusione a prima vista dovrebbe essere: riduciamo la tassazione locale. Ma come? Togliendo l’Imu, come dice Renzi? Ma l’Imu sulla prima casa è già stata tolta nel 2014. Togliendo la Tasi? Togliere la Tasi significherebbe far pagare in più agli uni quello che non pagano gli altri.  Non è così che va risolto il problema. La denuncia della Corte va contestualizzata con riferimento all’intero sistema fiscale ed al rapporto tra fisco erariale e fisco locale. Visto che l’aumento del carico fiscale locale è stato, come abbiamo sempre denunciato, la conseguenza della riduzione dei trasferimenti effettuati storicamente dallo stato ai comuni, il carico dei tributi erariali avrebbe dovuto esser proporzionalmente alleggerito.
Invece è avvenuto esattamente l’opposto: lo stato, non solo non ha ridotto il carico delle proprie imposte, ma lo ha addirittura aggravato, aumentando il peso dell’imposizione sui redditi con le addizionali e, dove ha potuto, con le riduzioni delle deduzioni, come è avvenuto nel campo delle locazioni. L’alleggerimento del carico fiscale andrebbe praticato soprattutto dove è intervenuto l’inasprimento del prelievo, come è avvenuto nel campo immobiliare.
L’Imu andrebbe ritoccata, riducendola alla metà sugli immobili locati, riprendendo con ciò l’orientamento della legge sul federalismo fiscale del 2011; e questo costerebbe alle finanze pubbliche uno scarso sacrificio perché la relativa riduzione del gettito verrebbe in parte compensata da un recupero a tassazione Imu e Irpef di molti immobili, in quanto si incrementerebbe l’investimento in alloggi in locazione.
E poi dovrebbe ritoccarsi il regime generale delle deduzioni e andrebbe introdotta una esenzione dall’imposta sui redditi locativi per tutte le nuove costruzioni. Solo in questo modo la “torta” del carico fiscale complessivo potrebbe cominciare a ribilanciarsi. Adesso c’è una fetta aggiuntiva: è rappresentata da quello che paghiamo ai comuni o meglio che paghiamo allo stato e che questo ha tolto ai comuni, costringendo gli stessi a riprenderselo con tasse proprie.”

foto presidente 122

Turismo 2015 – Italia non competitiva, nonostante Expo e Giubileo – Il turismo cresce proporzionalmente in misura inferiore alla media europea. – Rapporto Europasia

agosto 4, 2015

Istituto Europa Asia IEA
EUROPASIA
Europe Asia Institute
e
A s s o e d i l i z i a      Associazione della Proprietà Edilizia – CESCAT Centro studi casa ambiente territorio

 

Analisi e previsioni di Europasia sull’anno turistico 2015

ITALIA NON COMPETITIVA
DOPO 7 ANNI DI VACCHE MAGRE, IL SEGNO PIU’ PER ARRIVI, PRESENZE, INTROITI. MA AUMENTA ANCHE IL DIVARIO CON I PAESI COMPETITORS

Colombo Clerici: “Insoddisfacente la struttura alberghiera di medio livello, mancanza di grandi tour operators, inadeguata la strategia dei trasporti aerei, da parte delle compagnie. Ma soprattutto è un’Italia del turismo-fai-da-te priva di un sistema nazionale”

Nel primo trimestre 2015, sulla base dei dati finora disponibili ad Europasia, gli arrivi negli esercizi ricettivi sono stati oltre 16 milioni di unità e le presenze quasi 49 milioni, con aumenti, rispetto al primo trimestre del 2014, dell’1,4% e dello 0,3%. Il trend positivo si è incrementato nei mesi successivi e dopo sette anni consecutivi con segno meno il 2015 si presenta come l’anno della ripresa grazie anche ad Expo ed al Giubileo che inizierà l’8 dicembre. Traducendo in cifre, 375-380 milioni di presenze (giorni-turista), un giro d’affari, compreso l’indotto, di 166 miliardi di euro (il 10,6% del pil) e una incidenza sull’occupazione dell’11,4%.

Belle cifre, niente da dire. Ma prima di abbandonarsi ai facili italici entusiasmi è bene fare qualche paragone. La ripresa del turismo italiano si inserisce in un boom mondiale senza precedenti con 1.138 milioni di persone in giro per piacere, per cultura o per affari. A fronte di un più 3% medio dell’Unione Europea – che già non brilla a causa della concorrenza di mete esotiche in continenti oggi più facilmente raggiungibili –  per l’Italia si prevede un incremento dell’1,8%: manteniamo, è vero, il quinto posto al mondo per presenze e il sesto per spese dei turisti, ma siamo insidiati, per citare, addirittura dalla Thailandia.

A sostenere il settore restano, come al solito, gli stranieri. Pur rappresentando meno della metà del movimento turistico complessivo, sono in continua crescita dal 2010 limitando i danni delle forti contrazioni interne dovute alla recessione e innescando la ripresa. A cominciare da Expo per il quale sono previsti 8 milioni di stranieri in più, che genereranno una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi su un totale, sempre straniero, di quasi 50 miliardi previsto quest’anno.

Ma si discosta sempre di più il trend italiano da quello del resto del mondo, nonostante il prodotto del made in Italy più apprezzato all’estero sia la qualità della vita: ciò fa dire alla maggior parte dei cittadini dei Paesi più avanzati che, se potessero scegliere senza problemi, vorrebbero vivere in Italia. E visitarla?

Le cause della dicotomia tra percezione dell’Italia e afflusso dei turisti stranieri? Troppa dipendenza dai flussi provenienti dai paesi occidentali, pericolosa nel caso di nuovi problemi economici nel Vecchio Continente: in particolare la Germania, seguita a lunga distanza da Usa, Francia, Regno Unito, Svizzera, copre oltre un terzo delle presenze e delle spese totali. Troppa stagionalità, con 15 regioni che registrano oltre il 50 per cento delle presenze nei tre mesi estivi. Troppa concentrazione nel centro nord, il 60%: il Meridione, che pure avrebbe una vocazione naturalmente turistica, copre soltanto il 20 per cento del fatturato complessivo del settore. La Sicilia, con il suo immenso patrimonio culturale, paesistico, enogastronomico ha un decimo dei turisti delle Baleari.

Prendiamo il caso Cina. La Francia, nostro principale competitor, con la propria compagnia di bandiera ha 49 voli settimanali diretti con la Cina, l’Alitalia zero.  Scarsa presenza nelle classifiche internazionali per turismo business e congressuale. Ci salviamo solo per un aspetto: siamo al primo posto nel mondo sul tema del cibo, dove superiamo Francia e Giappone nel ranking internazionale.

E’ indispensabile   intercettare i “nuovi” turisti, i benestanti dei paesi emergenti che detteranno le tendenze. E comunque non basterà, perché occorrerà poi intervenire sui ritardi strutturali che si sono accumulati nell’ultimo periodo, attirando i flussi in arrivo dall’Oriente, con indiani e cinesi che preferiscono orientarsi su Parigi e Berlino tra le grandi capitali europee.  La Cina, che è salita al primo posto per spesa turistica complessiva nel mondo, in Italia è soltanto ottava: nell’ultimo anno gli arrivi sono saliti del 133% ma si limitano a 2,7 milioni di presenze. E c’è sempre da capire quanti siano realmente per turismo e quanti siano in visita dai parenti delle comunità locali. Senza i flussi dai paesi emergenti, il settore non potrà reggere il terzo posto in classifica per entrate dall’estero, dopo la Moda e l’Automotive.

Il turismo balneare è considerato un settore maturo, ed ha perso la sfida con la concorrenza che preferisce altre mete, come la Spagna, la Grecia (a prescindere dai problemi di quest’anno) e la Turchia. Per fortuna abbiamo le città d’arte. Un terzo del turismo è rappresentato da chi viene nel nostro Paese per il suo patrimonio artistico e culturale. Non a caso, la parte più consistente la coprono gli stranieri, con il 62% delle presenze. A ciò si deve unire il primato riconosciuto nel mondo per le eccellenze legate all’enogastronomia di qualità. Questo spiega anche il successo degli agriturismi.

Negli ultimi anni il turismo enogastronomico, che permette di valorizzare in modo sostenibile i percorsi di strade secondarie e abbandonate, creando greenways, ha evidenziato un trend positivo, come è testimoniato dalla crescita costante su base annua di circa il 12%. Forte anche la riscoperta dei piccoli borghi.

A fronte di grandi potenzialità, l’Italia del turismo continua a perdere competitività. Secondo il presidente di Europasia e di Assoedilizia Achille Colombo Clerici questi i motivi: “La struttura alberghiera che è soddisfacente per il settore medio-alto è carente per il turista medio che chiede sistemazioni confortevoli e prezzi modici; sono assenti i grandi tour operators, inadeguata la strategia dei trasporti aerei praticata dalle compagnie. Ma soprattutto l’Italia del-fai-da-te, legata al campanile, è priva di un sistema nazionale. Manca una strategia unitaria di comunicazione internazionale. Nel propagandare il turismo, l’Italia non può dividersi in venti, quante sono le Regioni, impegnate più a strapparsi il cliente l’una con l’altra che non a sottrarlo ad altri Paesi”.

Foto: Achille Colombo Clerici con il gen. Giorgio Battisti premio Excellent 2015 per il Turismo

Colombo Clerici con il Gen. Giorgio Battisti

 

RIFORMA CATASTO DA RIBALTARE (A.Colombo Clerici) “Il Giorno QN” 2 Agosto 2015

agosto 3, 2015

RIFORMA CATASTO DA RIBALTARE (A.Colombo Clerici) “Il Giorno QN” 2 Agosto 2015 –

Una riforma invocata da molti come via e strumento per realizzare la perequazione e l’equità fiscale,  ma che per ora e per molto tempo genererà solo preoccupazione ed incertezza: le condizioni ideali per creare quella fiducia che è indispensabile alla ripresa del settore ?

In Italia esiste un catasto che porta ad una serie di sperequazioni e squilibri:
gli antichi accatastamenti ( ad esempio quelli riguardanti immobili nei centri storici) conducono a valori inferiori a quelli derivanti dagli accatastamenti più recenti ( quali quelli nelle periferie); gli storici parametri di determinazione delle rendite catastali, legati alla redditività funzionale dell’immobile portano a valori che son inferiori a quelli di mercato; dove i processi di rinnovamento edilizio ed urbano sono andati più a rilento i valori catastali impositivi, ai fini delle diverse imposte, sono rimasti arretrati rispetto alle zone con maggior dinamismo socio-economico-edilizio urbanistico.
La riforma del catasto è talmente di vasta portata da potersi considerare storica. Come tale va trattata: essa deve partire dall’accertamento di una verità alla quale i cittadini italiani hanno diritto, sapere cioè qual è la massa-imponibile complessiva.

Quello che è sbagliato è il modo in cui si è proceduto alla attuazione della riforma: l’aver lasciato cioè un automatismo, una contestualità tra la fase accertativa e la fase applicativa.
Con il rischio, oltre tutto di una attuazione per tranches: dove gli uffici ed i comuni funzionano meglio la revisione parte prima ed i contribuenti… insomma paghino e basta.

La logica in cui ci si è mossi è stata: lasciamo produrre effetti fiscali immediati, poi vedremo, attraverso il controllo del gettito, se e quando e come introdurre a posteriori gli opportuni correttivi.

A parte il fatto che tale controllo è impossibile perché il parametro della invarianza del gettito, ancorché verificato a livello comunale, assunto a criterio guida della riforma, è impraticabile, in quanto ci sono quattro fattori variabili in grado di produrre una lievitazione continua del gettito: la nuova produzione edilizia, la riqualificazione continua dell’edificato, che produce un adeguamento in via automatica dei valori catastali, il recupero dell’ evasione fiscale e l’incidenza delle esenzioni e delle agevolazioni fiscali deliberate dal comune.
Occorre dire che al contribuente non interessa l’invarianza del gettito complessivo dell’imposta, bensì semmai quella del prelievo a suo carico.

Ad evitare il rischio di effetti gravemente distorsivi occorreva ed occorre invertire l’ordine delle fasi del procedimento; ciò anche ai fini dell’equità fiscale, della ragionevolezza costituzionale e della virtuosità economica.

In sostanza, il parallelismo tra raccolta dei dati ed entrata in vigore in modo automatico del prelievo fiscale non va bene.  Prima si deve formare il quadro di tutti i dati – per conoscere preventivamente l’ammontare della base imponibile su cui si andrà a incidere – e poi si dovranno valutare le conseguenze che discenderebbero dalla applicazione del sistema vigente ai nuovi valori. Successivamente si introdurranno gli opportuni correttivi e si darà il via alla applicazione pratica della riforma.

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