QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione ed. 21 maggio 2016 – “Quel pasticcio sugli sfratti” Achille Colombo Clerici

In tema di escomio degli immobili l’atteggiamento dello Stato è del tutto schizofrenico. Si favorisce l’interesse parapubblico delle banche alla liberazione degli immobili venduti per soddisfare i crediti in sofferenza, mediante una radicale semplificazione della procedura esecutiva, e si penalizzano, in fase di sfratto, i proprietari privati che vogliono liberare gli immobili dagli inquilini insolventi.

Il decreto legge n.59/2016 salva banche, emanato dal Governo in data 3 maggio scorso ha infatti semplificato le procedure per gli immobili venduti coattivamente dalle banche, a fronte dell’insolvenza dei proprietari. Bastano una notifica ed una perizia e la vendita si compie.

Ma, d’altro lato, caso-pilota a Milano che potrebbe estendersi ad altre parti d’ Italia, le massime istituzioni (Prefettura, Questura, Corte d’Appello, Comune, Ordine degli Avvocati, Sindacati inquilini – Assoedilizia che rappresenta la proprietà edilizia non è stata convocata, con grave violazione dei principi di democraticità) hanno firmato un protocollo d’intesa in data 27 aprile scorso, in base al quale, come primo atto, l’ Ufficio Esecuzioni UNEP presso la Corte d’Appello ha emanato il 28 aprile, una Direttiva il cui esito è quello di dilazionare tutti gli sfratti, abitativi e commerciali, ivi compresi quelli per morosità.

Si tratta di una sorta di nuova procedura irta di complicazioni con annessa graduatoria degli sfratti, che si sostanzia nell’effetto di dilatare i tempi di esecuzione delle procedure stesse, attraverso un ampliamento dei termini e contestualmente l’introduzione di una serie di attività e di adempimenti legali di carattere defatigatorio, che comporteranno tra l’altro anche un aggravio di costi per il proprietario che agisce in giudizio.

La misura è particolarmente gravosa nei casi di morosità dei conduttori commerciali, perché i proprietari continueranno a pagare le tasse anche senza percepire i canoni di locazione, non potranno liberare l’immobile e non avranno dallo Stato alcuna compensazione del danno.

Manca infatti per questa fattispecie un meccanismo analogo a quello previsto per la morosità incolpevole nell’ipotesi di locazioni abitative.

L’Ordine degli Avvocati, che in prima battuta aveva espresso apprezzamento per i principi della direttiva dell’Ufficio esecuzioni, ora – verificatone l’effettivo contenuto – ne ha chiesto la revoca.

Presidente

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