Camera di Commercio Milano, Monza-Brianza, Lodi – 31° rapporto Milano Produttiva. Realtà e prospettive

Presentato il 31° rapporto Milano Produttiva. Realtà e prospettive
SVILUPPO LEGATO A DEMOGRAFIA E CONOSCENZA                                                   

Europasia informa

di Benito Sicchiero

Se l’oggi e il prossimo futuro dell’economia milanese e lombarda si presentano con buoni segni – dopo il 2020 estremamente difficile cresce il numero di imprese, il valore aggiunto 2021 supererà nettamente il 5% – incertezze  permangono sul futuro meno immediato. Si chiamano occupazione, sopravvivenza delle imprese, dinamiche dei consumi, mobilità, denatalità. Solo per citare: se ha stupito tutti che pure nell’anno orribile le imprese siano cresciute di numero, per non parlare del mini-boom in corso, quante di esse riusciranno a sopravvivere ai profondi mutamenti che Covid ha generato e accelerato?

Analisi e interrogativi sono stati la cornice alla presentazione del 31° Rapporto Milano Produttiva della Camera di Commercio Milano, Monza-Brianza, Lodi illustrato dal presidente Carlo Sangalli e dalla segretaria generale Elena Vasco. Giovanni Pons di La Repubblica ha moderato i lavori sul tema “Ripensare Milano oltre il 2020” cui sono intervenuti i docenti del Politecnico di Milano Stefano Ronchi (Giovani e Internazionalizzazione, driver per la ripresa) e Luca Tamini (Rigenerazione urbana e trasformazioni delle attività economiche).

Da Ronchi è venuto un forte richiamo alla necessità di contrastare l’involuzione demografica dalla quale dipende la sostenibilità dello sviluppo economico e sociale. Già oggi, con il 13% della popolazione da 0 a 14 anni e il 23,2% dai 65 anni ed oltre è impossibile, in prospettiva, sostenere tale sviluppo. E il fenomeno è destinato ad aggravarsi, se non si adotteranno subito politiche demografiche, nei decenni a venire.

Uno sviluppo legato d’altronde alla conoscenza, come sostiene uno studio del FMI, che ha visto  dopo il secondo dopoguerra la crescita economica dipendere dalla tecnologia, poi dalla globalizzazione. La funzione delle università diventa quindi fondamentale: accogliere studenti stranieri (nelle 13 università milanesi aumentati dell’83% dal 2008 al 2019), inviare nostri studenti all’estero, farli rientrare offrendo loro lavoro adeguato e adeguatamente retribuito. In questa terza fase che si apre Milano e la sua regione possono svolgere un ruolo trainante per l’intero Paese.

L’intervento di Tamini è stato focalizzato sul territorio. Il mutato contesto pone Milano davanti ad una scelta radicale: in estrema sintesi, diventare città-regione su modello delle metropoli mondiali, o città- quartieri, quella, per intenderci, dove in 15’ si possono raggiungere tutti i servizi pubblici e privati a piedi o in bicicletta. Ovviamente ciò comporta una strategia di politica urbanistica differente. Per restare nell’ambito commerciale, la grande distribuzione sembra avere già scelto: si chiudono o non si realizzano i megacentri e si moltiplicano i supermercati di prossimità (fino a 400 mq).

Sulla scelta bisogna fare in fretta.  Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quasi 5 miliardi, andrebbero investite prioritariamente nel potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, come ad esempio la banda ultra larga, nel rilancio del turismo a livello internazionale e a favore dell’innovazione del sistema imprenditoriale. I tempi però sono molto stretti, perché il 70% dei fondi europei deve essere impegnato entro il 2022 e il restante 30% nell’anno successivo. Sarà questa certamente, la grande sfida della nuova amministrazione comunale per ripensare e rilanciare il futuro di Milano.

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