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“Casa e giovani” Guida per i giovani a cura del Notariato e di Confedilizia

Maggio 26, 2023

CASA E GIOVANI, GUIDA PRATICA PER L’ACQUISTO E LA LOCAZIONE
Realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato e da Confedilizia

 
“Il mondo in cui viviamo è diventato complesso. Per non trovarsi dinnanzi a brutte sorprese, in qualsiasi campo, nell’ambito sia privato, sia pubblico, bisogna essere avveduti e informati nei diversi campi. Non occorre essere degli specialisti. L’importante è avere conoscenza del problema, anche per sommi capi.”

Così il Vicepresidente di Confedilizia e Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici ha aperto la relazione all’incontro pubblico al Politecnico di Milano promosso dal Consiglio Notarile di Milano per presentare la Guida pratica alla locazione e alla compravendita immobiliare “Casa e Giovani”, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato e da Confedilizia, l’Associazione dei proprietari di casa, per accompagnare e orientare le giovani generazioni nella scelta della soluzione abitativa più adeguata alle proprie esigenze.

Citando due casi emblematici – uno privato nel quale due fratelli, ereditata un’abitazione dal padre se la sono trovata praticamente invendibile; e uno pubblico, notissimo, che si riferisce alla ‘protesta delle tende’ partita proprio da studenti del Politecnico di Milano  per la difficoltà di trovare alloggio a Milano e nelle altre città universitarie d’Italia – Colombo Clerici ha aggiunto: “Per uscire dall’impasse in cui si è ridotto il problema casa, soprattutto per certe funzioni connesse all’uso dell’immobile, è necessario partire dalla piena comprensione di un concetto di fondo attorno al quale si è snodata tutta una seria di prese di posizioni politiche.

La casa va intesa come bene o come struttura di servizio?

Partendo dall’esame dell’art. 47 2^comma della Costituzione, per arrivare ai tre canali di produzione dell’edilizia (il sovvenzionato, l’agevolato-convenzionato, quello libero) si arriva a focalizzare come nel nostro ordinamento debbano coesistere e contemperarsi le due funzioni nelle quali si articola il valore/diritto  casa.

Questa deve rappresentare ed essere considerato come bene allorquando assolve alla funzione di oggetto di investimento economico del risparmio privato (che è costituzionalmente tutelato); e come servizio a carico del pubblico, quando assolve alla funzione di sovvenire al bisogno abitativo dei meno abbienti.

Ogni forma intermedia di chiamata dei privati in via di supplenza a concorrere nella soluzione di un problema pubblico ( massimamente quando si tratti di accollare al privato – che già regola il proprio rapporto con lo stato sul piano tributario –  di accollare, dicevo, oneri impropri di socialità) va considerato una forzatura del sistema, non solo iniqua, ma anche dannosa perché comporta conseguenze negative sul piano delle risposte che il sistema può e deve dare, sul piano non solo economico, ma anche sociale.

Ed è ciò che è avvenuto in tutti questi anni, nei quali, praticandosi la politica delle forzature, si è giunti al punto di aver cronicizzato il problema.

Questo, da emergenza si è trasformato in una disfunzione endemica. “

Conclude Colombo Clerici: “Qual è la via da percorrere? La ricetta? Calmierare gli affitti, non per decreto, ma attivando l’edilizia pubblica da un lato, e il mercato dall’altro, per aumentare l’offerta e ridurre la pressione della domanda di abitazioni. Questa la via da seguire per affrontare il caso casa, non solo a Milano, ma anche nel resto del Paese.”

Dal recente Rapporto di Scenari Immobiliari e Abitare Co. emerge come il ruolo dei giovani nel mercato immobiliare residenziale sia cresciuto negli ultimi anni, sia sul fronte degli acquisti di case che delle locazioni, con previsioni al 2028 di una domanda di oltre un milione di case in acquisto e settecentocinquantamila in locazione. Se si parla di studenti fuori sede, la distribuzione si concentra prevalentemente a Milano, Roma, Torino e Bologna, che insieme ne ospitano poco più di 200mila ogni anno. Solo Milano ne attrae la quota maggiore, ottantamila. Si stima che per il prossimo decennio la domanda annua di studentati e collegi raggiungerà oltre trecentosessanta mila studenti, mentre l’offerta di posti letto è ancora molto bassa e pertanto la maggioranza si rivolge al mercato libero per trovare un’adeguata sistemazione. Di conseguenza, i canoni di locazione sono fra i più alti d’Europa, con un incremento del sette per cento sia dei contratti ordinari sia di quelli agevolati per studenti, portando i costi per la locazione degli studenti fuori sede a superare i 950 €/mese per un appartamento di quasi 74 mq, e le camere singole in locazione i 700 €/mese.

Aperto dal Presidente Consiglio Notarile di Milano Carlo Munafò che ha moderato i lavori, l’incontro si è rivolto a tutti i giovani con l’intento di fornire loro soluzioni e risposte circoscritte e semplici sul mondo casa: dagli studenti, esperti di convivenza studentesca e di ogni altra soluzione taglia-costi, ai proprietari di case donate in passato da genitori e nonni, a chi desidera acquistare casa con i risparmi dei primi anni di lavoro con un mutuo trentennale, a chi ha intenzione di acquistare casa con l’aiuto dei genitori, a chi ha già una casa intestata che affitta per produrre reddito nell’attesa di farsi la propria vita.

SALUTI ISTITUZIONALI Marzia Morena, Politecnico di Milano – Dipartimento ABC (Architecture, Built environment and Construction engineering) – REC (Real Estate Center);  INTRODUZIONE di Alessandra Mascellaro, Consigliere Nazionale del Notariato con delega ai rapporti con i consumatori e  Achille Colombo Clerici, Vice presidente Confedilizia e Presidente di Assoedilizia; CASE HISTORY Noemi Mariani, alias @mangiapregasbatty,  Content creator.  INTERVENTI di  Cesare Rosselli,  Componente Giunta Esecutiva di Confedilizia e Segretario Generale di Assoedilizia ; Michele Laffranchi, Consiglio Notarile di Milano; Serena Razzi,  Ufficio Credito e Sviluppo di ABI; Mirko Della Malva, Osservatorio dei Diritti Immobiliari dell’Università degli Studi di Milano.

La Guida è dotata di QR code che la rende facilmente scaricabile dal sito www.notariato.it e www.confedilizia.it

Cesare Rosselli, Achille Colombo Clerici, Alessandra Mascellaro, Carlo Munafò, Marzia Morena

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Fame di case, la ricetta: agevolare gli affitti e investire nell’edilizia pubblica – Articolo di Achille Colombo Clerici – Il Giorno 26.5.2023

Maggio 26, 2023

In questo periodo, nel quale l’ormai pluridecennale ‘emergenza casa’ ritrova un certo spazio sui mezzi di comunicazione, un giornalista mi ha chiesto cosa propongo quale soluzione al problema. Ho risposto: “Agevolare le locazioni private crea risorse nuove per finanziare l’edilizia residenziale pubblica”. In Italia il rapporto tra domanda e offerta è totalmente squilibrato, ed è ancora più accentuato in realtà dinamiche dal punto di vista economico e sociale come Milano. Nel primo dopoguerra c’erano due grandi questioni da risolvere: la ricostruzione postbellica e le migrazioni interne. Milano le ha affrontate bene grazie a forti investimenti pubblici: nel 1949, per citare, il piano Fanfani ha portato alla realizzazione in Italia di 600mila alloggi, e la legge Tupini, ben 5 milioni. Poi, però, dal 1971 la competenza dell’edilizia è passata dallo Stato alle Regioni. In quegli anni, a Milano, avevamo oltre il 60% delle abitazioni in affitto (in Italia il 40%), oggi siamo scesi intorno al 30% (sempre in Italia il 19 %) perché sono cessati i piani di investimento e lo Stato si è dimenticato del problema e per giunta ha ridotto i trasferimenti ai Comuni. Nei Paesi europei più avanzati la quota di edilizia residenziale pubblica sul totale dell’abitativo arriva fino al 40%, in Italia è del 4%, ed è destinata a casi-limite, funzionando anche male; viene esclusa perciò un’ampia fascia di ceto economico medio-basso costretto a rivolgersi al mercato privato chiamato a supplire al ruolo del pubblico, con il contratto a canoni concordati. “Non ci sono risorse” è la risposta a difesa. Come finanziare allora l’edilizia residenziale pubblica? Puntando sulle locazioni. Il concetto di casa di proprietà è ancestrale, superato. La ricetta è chiara: favorire il più possibile le locazioni e con queste avviare investimenti per rafforzare l’edilizia residenziale pubblica. Basterebbe un po’ di buon senso e l’attuazione dell’internal law.

Stanze singole, avanza l’affitto concordato – Corriere della Sera 22.5.2023

Maggio 22, 2023

L’INCONTRO
di Chiara Baldi

Stanze singole, avanza l’affitto concordato

Incontro in Città Metropolitana tra i sindaci, l’assessore milanese alla Casa Pierfrancesco Marmi, i sindacati degli inquilini, quelli dei proprietari di casa e le associazioni studentesche. Il tema è l’aggiornamento del canone concordato che si vorrebbe applicare alle singole stanze, così da abbassare gli affitti.

Caro affitti, la proposta al tavolo Comune-Città metropolitana
Canone concordato anche per le singole stanze

Si terrà oggi pomeriggio a Palazzo Isimbardi il tavolo per il canone concordato convocato dal Comune di Milano e la stessa Città Metropolitana. Al centro dell’incontro la possibilità di aggiornare gli accordi locali sul canone concordato con la richiesta che questo venga applicato anche alla singola stanza. Una proposta che era uscita dall’incontro dell’11 maggio scorso tra il sindaco Beppe Sala, l’assessore comunale alla Casa Pierfrancesco Maran, l’omologo regionale Paolo Franco, i rettori degli atenei e gli studenti universitari che nei giorni precedenti avevano piazzato le tende in protesta contro il caro affitti, tra cui la pioniera Ilaria Lamera. In questo modo, aveva spiegato Maran, «agli studenti sarà garantito un prezzo massimo di affitto concordato, fissato dalle parti sociali mentre i proprietari vedranno un notevole risparmio sulla tassazione». All’incontro parteciperanno, oltre a una trentina di sindaci metropolitani, anche le associazioni dei piccoli proprietari immobiliari tra cui, Assoedilizia, Uppi, Confappi, Asppi, Unioncasa, Confabitare, Federproprietà e lmmobiliare.it così come i sindacati (dal Sunia a Unioncasa passando per Conia, Uniat, Sicet, Unione Inquilini, Anpu e Federcasa) e le organizzazioni di studenti (UduTerza Sinistrorsa, Lista Aperta-Obiettivo Studenti, Primavera degli Studenti, Link, Prospettiva Hdemia e studenti indipendenti). E poi ancora, i sindacati confederati, Milano Abitare e il Poli, oltre ad alcuni consiglieri comunali di Milano: i dem Federico Bottelli, Simonetta D’Amico e Bruno Ceccarelli; e Gabriele Rabaiotti della Lista Sala. Invitato anche il consigliere regionale Simone Alfredo Negri, già sindaco di Cesano Boscone. Oltre a Maran, interverranno Francesco Vassallo, vicesindaco della Città Metropolitana e Giorgio Mantoan, consigliere metropolitano delegato alle Politiche Giovanili e al Rapporto con il Sistema delle Università. L’obiettivo è arrivare già oggi a una condivisione di principi sul canone concordato, mentre nelle prossime settimane sono in programma altri incontri su altri aspetti della strategia della casa. Proprio sulla «nuova strategia per la casa» presentata al Forum dell’Abitare, è arrivato il voto favorevole della giunta meneghina: il documento definisce lo stato dell’arte e riassume le principali strategie di azione per il prossimo triennio. Tra queste, un necessario cambio di strategia il Comune deve occuparsi di tutte le politiche abitative, non solo di case popolari e norme urbanistiche e la «visione metropolitana» improntata allo sviluppo di una risposta all’abitare su «scala allargata», oltre i confini cittadini. Per gestire poi il patrimonio di abitazioni popolari serve la creazione di una «Società Casa» che faccia tornare a crescere il patrimonio immobiliare di case popolari arrivando, entro il 2030, dalle 22 mila alle 25 mila. E sempre per gli alloggi popolari, il Comune punta al bonus nos per la riqualificazione energetica. C’è poi la richiesta di una norma nazionale per normare gli affitti brevi. Da Palazzo Marino, infine, arrivano sostegni economici a coppie under 35 con figli e affitti agevolati per 2 mila case popolari sfitte a lavoratori che le ristruttureranno.

22 Mila il patrimonio di case polari del Comune. L’obiettivo è portare il numero degli alloggi a 25 mila entro il 2030

250 Euro al mese il contributo del Comune per pagare l’affitto alle coppie sotto i 35 anni di età con due figli a carico

Presidente di Assoedilizia Achille Lineo Colombo Clerici a con l’ assessore Pierfrancesco Maran

I numeri dell’edilizia pubblica, poi dicono che mancano alloggi. Case popolari assegnate col contagocce – Libero Quotidiano 21.5.2023

Maggio 22, 2023

Nel 2022, solo 1700 “concesse” a fronte di 33mila domande. Persino Ilaria, la ragazza della tenda, contesta l’amministrazione

Diego Mandarà

Le case popolari ci sono, ma restano vuote. A Milano c’è un evidente divario tra le richieste dei cittadini e le assegnazioni degli alloggi pubblici. Parlano i numeri. Nel 2022, su 33mila domande arrivate, solo il 4 per cento è andato a buon fine. E anche l’anno precedente la cifra è stata pressoché la medesima. Durante il 2022 nel capoluogo lombardo sono state assegnate 1.714 case popolari, con un aumento complessivo delle attribuzioni del 14 per cento rispetto al 2021. A fronte, però, di una richiesta che rimane altissima. Il tema, di recente, è stato oggetto di un’interrogazione a Palazzo Marino del consigliere comunale leghista, Samuele Piscina, all’assessore alla Casa, Pierfrancesco Maran. E sono emersi i seguenti dati: gli alloggi sfitti di Aler a Milano sono circa 2.900 su un patrimonio di 43.245 case, pari al 6,7 per cento del totale, mentre quelli di Mm sono 5.268 su un patrimonio di 28mila unità immobiliari, pari al 18,9 per cento del totale. «Il Comune predica bene e razzola male», attacca Piscina, «è evidente che la gestione di Aler sia più efficiente di quella di Mm. Anche per quanto riguarda gli interventi realizzati con il superbonus 110 per cento i dati sono preoccupanti: Aler effettua 30 interventi a Milano, mentre il Comune, tramite Mm, solo Ire. Mi sarei aspettato altri numeri da parte di un’amministrazione che, a parole, dichiara di essere attenta all’ambiente, alle fasce deboli e di avere capacità di progettazione».


PIANO ANNUALE
Nel Piano annuale dell’offerta dei servizi abitativi e sociali 2023 sono 1.850 gli appartamenti assegnabili tra quelli gestiti da Aler e Mm per i servizi abitativi pubblici e per quelli transitori. La richiesta di case popolari, però, non viene mai soddisfatta. Secondo le recenti stime dei sindacati, a Milano gli alloggi sono circa 60mila: Aler ne conta 32.022, Mm 27.965. «Serve una linea diretta dove il cittadino presenta la domanda e il Comune risponde senza passare attraverso contrattazioni» afferma Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia. «Solo così potranno essere accontentate le numerose richieste. È necessario orientarsi verso le locazioni private che sono l’unica forma virtuosa dal punto di vista tributario ed economico». Le case del Comune ad oggi non affittate perché in ristrutturazione o in assegnazione tramite bando sono 5.101. Ci sono anche i numeri divisi per Municipio. Per esempio, nel Municipio 8 sono presenti 7.241 alloggi di cui 5.745 abitati regolarmente, 141 occupati abusivamente e 1.355 sfitti. Di questi ultimi, però, 694 sono oggetto di affidamento lavori, di cantiere già avviato o concluso, di assegnazione. Nel Municipio 6 ci sono 4.900 alloggi, di cui 3.948 regolarmente abitati, 88 occupati abusivamente e 864 sfitti. Per 293 i lavori sono in affidamento, in esecuzione o conclusi e in attesa di assegnazione. «La maggiore presenza di case di edilizia pubblica permetterebbe di alleggerire la pressione di tutta quella domanda dei meno abbienti che, alla fine, viene scaricata sul mercato. A Milano negli anni, a furia di prevenzioni ideologiche, la quota di famiglie in locazione è passata dal 60 al 31 per cento», sottolinea Colombo Clerici. Dunque, la questione abitativa non riguarda soltanto studenti universitari (nell’accampamento di via Leonardo Da Vinci le tende sono ormai più di trenta) e lavoratori fuorisede ai quali vengono proposte soluzioni costosissime e che spesso superano in negativo la fantasia più fervida. Ma c’è anche una fascia di popolazione che, oltre a non avere la capacità reddituale per permettersi l’affitto di una casa sul libero mercato, corre il rischio di rimanere senza un tetto sulla testa perché rimane esclusa dalla possibilità di accedere a un alloggio popolare. A tal proposito, Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico che ha dato vita al movimento delle tende, ha spiegato a Libero che «la nostra protesta è anche per loro».

SOLUZIONE INUTILE «La nostra richiesta a Regione Lombardia e Comune di Milano è di attuare investimenti per ristrutturale le migliaia di case pubbliche che da anni rimangono sfitte perché non abitabili». E poi una stoccata a Palazzo Marino: «Una proposta del Comune era quella di far ristrutturare le case proprio alle famiglie che vi entrano, in cambio di una netta riduzione nel canone di affitto. Ma la verità è che ristrutturare case così fatiscenti è molto costoso e quelle persone non avrebbero mai i soldi per farlo, quindi non è certo una soluzione!». «Il problema è burocratico», afferma Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia. «L’ideale sarebbe istituire una Commissione ad hoc sempre attiva. A Milano c’è un’enorme richiesta di abitazioni e il Comune le attribuisce con il contagocce. Numerose famiglie necessitano di un appartamento, ma la risposta è, purtroppo, insoddisfacente». In ultimo, la mancata assegnazione delle case popolari favorisce il fenomeno dell’abusivismo. Una piaga che va a discapito di quei cittadini che hanno diritto di beneficiare degli alloggi pubblici. «Quasi 4mila abitazioni sono occupate in maniera illegittima», evidenzia De Corato. Il problema è noto alle istituzioni, soprattutto al Comune, ma nessuno fa niente. Perché l’amministrazione non sollecita il prefetto ad eseguire gli sgomberi?»

Ilaria Lamera
«Una proposta del Comune era quella di far ristrutturare le case alle famiglie che vi entrano, in cambio di una netta riduzione nel canone. Ma ristrutturare case così fatiscenti è costoso e le persone non hanno i soldi per farlo»

Scuola e occupazione giovanile leve della ripresa economica Achille Colombo Clerici – Il Giorno 19.5.2023

Maggio 19, 2023

Centrale è il problema della crescita economica, che in Italia è strutturale. Il fatto che il nostro Paese sia uno di quelli che crescono meno nel panorama mondiale dipende da una serie di condizioni. Abbiamo avuto solo due periodi in cui la nostra economia è cresciuta bene: il primo Dopoguerra con lo sviluppo che si è registrato negli anni ’20 e il boom economico degli anni ’60/70. Una valutazione attualizzata ci porta a dire che non abbiamo ancora recuperato il pro capite del 2007, nonostante una buona ripresa dai due shock: la pandemia e lo shock energetico/bellico che produce una perdita del potere d’acquisto. Si deve comunque registrare un recente rafforzamento della nostra economia, che ora presenta una situazione patrimoniale netta positiva, anche grazie alle esportazioni. Obiettivo dovrebbe essere dunque quello di rafforzare il saldo della bilancia dei pagamenti oltre che l’avanzo primario. Dalla crescita dipendono sia la competitività del Paese, sia il rispetto dei parametri contabili nel rapporto con l’UE (es. Debito/Pil). Tenendo presente che la demografia non aiuta per far crescere l’economia dobbiamo lavorare di più, produrre di più, raggiungere una maggior occupazione e investire di più. Per lavorare di più la scuola è strategica. Obiettivi: formare i giovani al lavoro e ridurre i tempi dell’istruzione scolastica. Ai fini della maggior produzione occorre razionalizzare il sistema delle PMI aiutandole a crescere. Occupazione femminile e giovanile, e posti di lavoro nel mezzogiorno devono essere le linee portanti dell’azione di governo. Parallelamente si pone il problema di reperire nuova manodopera e fondamentale diventa l’affrontare in una visione strategica europea la questione dei migranti. Investire di più, tenendo conto che in Italia la quota degli investimenti privati è di gran lunga la maggiore (20 a 3 rispetto ai pubblici) e va incentivata.

Assoedilizia “Puntare sulle locazioni per finanziare l’edilizia residenziale pubblica” – Intervista ad Achille Colombo Clerici – Libero Milano, 18.5.2023

Maggio 18, 2023

Assoedilizia “Puntare sulle locazioni per finanziare l’edilizia residenziale pubblica

Colombo Clerici: il concetto di casa di proprietà è vecchio A Milano, dal ’71 a oggi, dimezzate le abitazioni in affitto

di Giorgio Valleris

Rilanciare l’edilizia residenziale pubblica. Il presidente di Assoedilizia, Achille Lineo Colombo Clerici, non ha dubbi: dinanzi a un problema endemico del nostro Paese, ancora più accentuato in realtà dinamiche dal punto di vista economico e sociale come Milano, il rapporto tra domanda e offerta è totalmente squilibrato. Colombo Clerici individua alcuni passaggi fondamentali: “Nel primo dopoguerra c’erano due grandi temi come la ricostruzione post bellica e le migrazioni da affrontare e Milano ci è riuscita grazie a forti investimenti pubblici”. Investimenti che sono proseguiti dal 1949 in poi con il piano Fanfani “che ha portato alla realizzazione di 600mila alloggi”. Poi, però, dal 1971 la competenza dell’edilizia passa dallo Stato alle Regioni. “In quegli anni, a Milano, avevamo oltre il 60 per cento delle abitazioni in affitto, oggi siamo scesi intorno al 30 per cento perché sono cessati i piani di investimento e lo Stato si è dimenticato del problema e per giunta ha ridotto i trasferimenti ai Comuni. Così, la pressione delle persone meno abbienti sul mercato è aumentata in maniera impropria”. Per il presidente di Assoedilizia, oggi il privato è costretto a supplire al ruolo del pubblico, concordando con i Comuni le soluzioni per far fronte ad un’emergenza reale. “Come finanziare l’edilizia residenziale pubblica? Puntando sulle locazioni. Il concetto di casa di proprietà è ancestrale, superato. La modernità e il progresso sono rappresentati dalle locazioni che rappresentano un grande volano per l’economia. Mi spiego meglio: l’Europa continua a sostenere che non paghiamo abbastanza tasse sugli immobili perché si concentra sul rapporto tra gettito fiscale e Pil. Questo, in Italia, vuol dire che si prendono in considerazione solo il 33 per cento degli immobili in Italia contro una media europea del 60 per cento”. Dunque, “solo la locazione privata produce gettito fiscale ed economia, invece in Italia abbiamo sempre spinto sulle case di proprietà distorcendo l’interpretazione dell’articolo 47 della Costituzione sulla tutela del risparmio. Ma piuttosto che tutelare i risparmi sono state penalizzate le locazioni”. La ricetta è chiara: favorire il più possibile le locazioni e con queste avviare investimenti per rafforzare l’edilizia residenziale pubblica. Ma quello della casa è un tema ancora ostaggio dei recinti ideologici. “Inutile fare polemiche, è tempo di mettere sul campo le soluzioni e adottarle al di là delle ideologie”, conclude Colombo Clerici. Più che soluzioni politiche, forse, basterebbe quindi un po’ di buon senso e la capacità di ascoltare gli addetti ai lavori.

VOLÀNO PER L’ECONOMIA
“La modernità e il progresso sono rappresentati dalle locazioni che sono un grande volàno per l’economia”

STOP A POLEMICHE “Inutile fare polemiche, è tempo di mettere sul campo le soluzioni e adottarle al di là delle ideologie”

Cultura, stile di vita, storia: leve per un futuro adeguato al nostro ruolo – Articolo di Achille Colombo Clerici – Il Giorno 12.5.2023

Maggio 12, 2023

Italia, Paese di prim’ordine? Potenzialmente: ma è anche vero che gli altri Paesi oggi non sono più così forti come lo erano un tempo. E’ una delle conclusioni cui è giunto il convegno che ha celebrato il centesimo numero di Aspenia, trimestrale di Aspen Institute, tra i più noti think tank globali. A riassumere il senso del dibattito Marina Valenzise, giornalista e scrittrice: va rovesciato l’assunto di Massimo d’Azeglio che disse “L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani”. Gli italiani sono fatti, sono presenti nel mondo e suscitano empatia. Emblematico il caso di Gerolamo Panzetta che in Giappone rappresenta lo stile di vita italiano nel mondo: ha venduto milioni di copie ed è seguito da milioni di telespettatori, invogliando i giapponesi ad essere come noi, belli, simpatici, amanti del buon vivere. La stessa cosa è successa in Corea, con Alberto Mondi, che ha diffuso la nostra musica; per citare, la canzone vincitrice di San Remo è cantata, in italiano, da molti coreani. Su Google la parola Italia è la più cliccata per quanto riguarda le mete turistiche. Siamo un Paese atipico, non paragonabile a tutti gli altri. Aperto alla modernità, dalla forte economia siamo nei G7 e tra i co-fondatori dell’Unione Europea nella quale siamo il secondo Paese manifatturiero dopo esserne stati, con il manifesto di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, gli ideatori addirittura nel 1941. Vantiamo una bimillenaria ininterrotta civiltà. Siamo depositari di un patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, enogastronomico che non ha eguali nel globo. Una meravigliosa diversità che dovrebbe eclissare l’inspiegabile complesso di inferiorità che troppi italiani sentono nei confronti di altri Paesi. Ma attenzione: se vogliamo avere un futuro adeguato al nostro ruolo dobbiamo coltivare la miscela tra cultura, sensibilità, stile di vita, intraprendenza, inventiva, tenacia di cui è dotato il nostro popolo.

Coniugare il sogno all’azione: la missione di “The Aspen Institute” – Articolo di Achille Colombo Clerici – Il Giorno 5.5.2023

Maggio 5, 2023

Incoraggiare lo sviluppo di leadership illuminate e fornire un terreno di discussione e dialogo, bilanciato e neutrale, sui problemi contemporanei di natura economica, politica, culturale e internazionale, organizzando conferenze, seminari e programmi culturali su temi specifici in una società internazionale appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale. Questa la missione di The Aspen Institute fondato ad Aspen, in Colorado nel ’50 dall’industriale Walter Paepcke, un idealista, ma al tempo stesso pragmatico. Voleva coniugare il sogno all’azione: una formula in grado non solo di riconoscere i valori, ma di metterli in pratica, costruendo un mondo ad essi ispirato. Oggi Aspen Institute, uno dei principali think tank mondiali, è strutturato in una rete internazionale con partner in Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Romania, Spagna. In Italia è presente fin dal 1984 con A. I. Italia, sede a Roma. «Ho sempre ravvisato il meglio dell’apporto di Aspen attraverso i Seminars for Leaders di modello “aspeniano” che volli importare in Italia: togliere il management di impresa dalla continua attenzione ai problemi specifici della loro attività per cogliere le grandi coordinate del mondo in cui anche la loro attività rientrava» ha detto Giuliano Amato, presidente onorario dell’Associazione (presidente è Giulio Tremonti). Fondamentale strumento di diffusione dei valori di Aspen è la rivista trimestrale Aspenia, della quale in questi giorni si è festeggiato a Roma il 100° numero. Uno dei suoi obiettivi: cogliere in profondità gli aspetti della relazione tra Stati Uniti ed Europa. Aspenia è intervenuta su questioni strategiche, anticipando i grandi mutamenti di politica ed economia internazionale e interpretando la trasformazione del sistema occidentale nel dopo Guerra Fredda.

La (vera) sfida dell’umanità, che deve fare un salto da Gigante – Articolo di Achille Colombo Clerici – Il Giorno 28.4.2023

aprile 28, 2023

What’s past is prologue. Nel secondo atto de La tempesta, Shakespeare riprende Tucidide, il quale insegnava che per affrontare il presente occorre conoscere il passato. Nell’aprile del 1968 nasceva il Club di Roma per impulso di un visionario, l’imprenditore e dirigente industriale piemontese Aurelio Peccei, che ne fu presidente fino alla morte nel 1984. Riunendo una trentina di personalità del mondo economico e scientifico, l’associazione si poneva l’ambizioso obiettivo di analizzare in un contesto globale i principali problemi dell’umanità, cercando soluzioni idonee. Con il tempo il Club di Roma ha accolto uomini e donne d’affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato di tutti e cinque i continenti. Il numero di membri oggi tocca il centinaio, comprende 35 associazioni nazionali e ha al suo attivo 45 Rapporti. La sede ha lasciato Roma: con la presidenza dello scienziato scozzese A. King, si è trasferita prima a Parigi, poi ad Amburgo e dal 2008 a Winterthur, con un ufficio satellite a Bruxelles. Il Rapporto, dal titolo “Una Terra per tutti. Una guida alla sopravvivenza dell’umanità” (Edizioni ambiente) presentato al Cnel di Roma in occasione dell’Aurelio Peccei Lecture, afferma che è possibile invertire la rotta delle nostre economie, pur mantenendo la prosperità a lungo termine su un pianeta stabile. Ma la sua attuazione richiede idee economiche audaci che ci allontanino dall’attuale paradigma economico distruttivo. La scoperta più innovativa dell’analisi è che l’estrema disuguaglianza deve essere affrontata con urgenza. Altrimenti la tensione sociale continuerà a crescere, erodendo la fiducia e rendendo ancora più difficile prendere decisioni essenziali a lungo termine. L’umanità deve fare “un salto da gigante”.

Nuove idee per trovare un equilibrio fra l’uomo e il nostro pianeta – Articolo di Achille Colombo Clerici – Il Giorno 21.4.2023

aprile 21, 2023

What’s past is prologue. Nel secondo atto de La tempesta, Shakespeare riprende Tucidide, il quale insegnava che per affrontare il presente occorre conoscere il passato. Nell’aprile del 1968 nasceva il Club di Roma per impulso di un geniale visionario, l’imprenditore Aurelio Peccei, che ne fu presidente fino alla morte nel 1984. Riunendo una trentina di personalità del mondo economico e scientifico, l’associazione si poneva l’ambizioso obiettivo di analizzare in un contesto globale i problemi dell’umanità, cercando soluzioni idonee. Con il tempo il Club di Roma ha accolto uomini e donne d’affari, attivisti dei diritti civili, dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato di tutti e 5 i Continenti. Il numero di membri oggi tocca il centinaio, comprende 35 associazioni e ha all’attivo 45 Rapporti. La sede ha lasciato Roma: con la presidenza dello scienziato scozzese A. King, si è trasferita prima a Parigi, poi ad Amburgo e, dal 2008, a Winterthur, con un ufficio satellite a Bruxelles. Anche il più recente Rapporto (2022) conferma la visione transdisciplinare sulla linea dei primo “I limiti dello sviluppo” (’72) che per la prima volta lanciava l’allarme sull’impatto umano sul pianeta. Il Rapporto, dal titolo “Una Terra per tutti. Una guida alla sopravvivenza dell’umanità” (Ed.ambiente) presentato al Cnel per l’Aurelio Peccei Lecture, afferma che è possibile invertire la rotta delle nostre economie, pur mantenendo la prosperità a lungo termine su un pianeta stabile. Ma la sua attuazione richiede idee economiche audaci che ci allontanino dall’attuale paradigma economico distruttivo. Idee in grado di affrontare punti di non ritorno, ambientali e sociali, per costruire un futuro che garantisca più equilibrio tra le persone e il pianeta. La scoperta più innovativa dell’analisi è che l’estrema disuguaglianza deve essere affrontata con urgenza. Altrimenti la tensione sociale continuerà a crescere, erodendo la fiducia e rendendo ancor più difficile prendere decisioni essenziali a lungo termine. L’umanità, insomma, deve fare “un salto da gigante”.