Recupero edilizio in Italia – Tema dell’incontro in Assoedilizia con Gianfranco Rotondi, già Ministro – Rivoluzione Cristiana – Maggio 2016
A s s o e d i l i z i a
Associazione della Proprietà Edilizia Milano
Incontro in Assoedilizia tra l’ex ministro Gianfranco Rotondi (Rivoluzione Cristiana) e Achille Colombo Clerici
IL RECUPERO EDILIZIO: BENE, MA NON MEDIANTE IMPOSIZIONI AI PRIVATI
L’onorevole Gianfranco Rotondi, fondatore di Rivoluzione Cristiana e già ministro per l’attuazione del programma di governo, ha incontrato a Milano il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici.
Tema principale dell’incontro il recupero edilizio in Italia e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Il dato di fondo è la vetustà del patrimonio immobiliare nel nostro Paese, con conseguenti problematiche dal punto di vista della fruibilità, della sicurezza e del risparmio energetico: degli oltre 30 milioni di abitazioni esistenti (dati arrotondati del Censimento 2011) il 13% è stato costruito prima del 1919; il 9% dal 1919 al 1945; il 33,4% dal 1946 al 1971 – anni della ricostruzione e delle grandi migrazioni interne -; dal 1972 al 1991, periodo caratterizzato dalla scelta del mattone quale migliore investimento, costruito il 22,8%; infine dal 1992, periodo comprendente quindi le due grandi crisi dell’edilizia, il 16,4%. Le condizioni di manutenzione del patrimonio edilizio indicano che oltre il 22% degli edifici risulta in stato di conservazione mediocre (19,9%) o pessimo (2,2%); nel complesso si tratta di quasi 3 milioni di edifici con evidenti necessità di riqualificazione.
Secondo Colombo Clerici, che esprime la posizione dei proprietari di casa, “fondamentale nella vita del Paese è la questione del recupero, del riutilizzo e quindi della riqualificazione, dell’ ammodernamento e dell’ efficientamento del patrimonio edilizio esistente. Ad evitare uno spreco della limitata risorsa, rappresentata dal territorio, occorre una rigorosa, ma razionale, politica di riuso e di recupero dell’edificato in stato di obsolescenza.
“In Italia infatti il problema dell’urbanizzazione del territorio è particolarmente sensibile dato il particolare congestionamento dovuto al sovraccarico di strutture edilizie in rapporto all’estensione di un territorio che presenta il 40% di superficie montuosa non antropizzata.
“Ma questo processo di riqualificazione non deve avvenire attraverso misure dirigistiche che impongano ai privati, attraverso normative generali, astratti e aprioristici interventi avulsi dal contesto economico, come si riscontra in alcune impostazioni concettuali. Un esempio ne è la normativa del Regolamento edilizio del Comune di Milano.
“Fondamentale risulta viceversa il meccanismo della economicità delle relative operazioni edilizio/urbanistiche, che dev’esser alla base di ogni corretta ed equa impostazione programmatoria, prevista anche legislativamente.
“Alla legislazione appartiene dunque il compito, non già di imporre modelli e formule astratte che prefigurino percorsi ideati a tavolino ed avulsi dalla considerazione delle condizioni economiche proprie alle singole fattispecie operative, o di favorire alcuni operatori privilegiati a scapito della generalità dei risparmiatori privati; ma viceversa quello di creare le precondizioni sul piano economico, sociale e fiscale, di una convenienza economica che propizi, su larga scala e in modo strutturale, il processo di recupero edilizio”.
Foto: da sin. Gianfranco Rotondi e Achille Colombo Clerici
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